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Cremazione: che cos’è, perché sceglierla e come trattare le ceneri

La cremazione è un modo sempre più diffuso di seppellire e commemorare un defunto. Ma come funziona davvero?

La cremazione è una pratica molto antica che prevede l’incenerimento del feretro che contiene la salma, la quale, mediante il fuoco, viene ridotta nei suoi elementi base – gas e frammenti ossei. La procedura è effettuata presso una struttura adeguata, dotata di forno crematorio e situata dentro un cimitero. Le ceneri ottenute dalla cremazione vengono poi raccolte e sigillate in urne cinerarie.

Dove si possono disperdere le ceneri?

Una volta completata la cremazione, le ceneri possono essere tumulate, depositate o disperse. Nella terza opzione, l’autorizzazione sarà sempre rilasciata dall’Ufficiale di Stato Civile del Comune in cui è avvenuto il decesso. Sebbene esistano aree designate nei cimiteri per la dispersione delle ceneri, come il Giardino delle Rimembranze nel cimitero della Certosa di Bologna, molti Comuni ne consentono la dispersione in natura. Previa autorizzazione, il rito può svolgersi in mare, nei laghi, nei corsi dei fiumi, nei prati o in montagna. È importante infatti che la dispersione delle ceneri non provochi danni all’ambiente. Un’altra opzione è quella di disperdere le ceneri in aree private, ma ovviamente in questo caso è necessaria l’autorizzazione del proprietario. L’importante è che non avvenga in un centro abitato, dove la legge lo vieta espressamente.

Una volta individuato il luogo del rito e ottenute tutte le necessarie autorizzazioni, si deve nominare una persona incaricata della dispersione, segnalarla nella disposizione e nel consenso alla cremazione. Questa persona può essere il coniuge, il figlio o l’esecutore testamentario del defunto. Una cosa che non tutti sanno è che il responsabile può essere anche il legale rappresentante dell’azienda di cremazione, purché l’ente sia quello a cui il defunto si è rivolto prima della sua morte.

Perché scegliere la cremazione?

Negli ultimi decenni si sono emanate in modo sempre più deciso normative relative alla cremazione, quasi sicuramente perché la cremazione è più igienica ed ecologica rispetto alle soluzioni più tradizionali. La cremazione consente anche di ridurre gli spazi occupati nei cimiteri ed evita ai familiari l’incombenza, sicuramente poco piacevole, dell’esumazione dei resti dopo un certo numero di anni. La cremazione andrebbe valutata più seriamente come soluzione alternativa alla sepoltura o alla tumulazione, perché, indubbiamente, è una scelta più civile ed indice di progresso. Salvaguarda la dignità del defunto e il dolore dei parenti: il fuoco evita il lento e impietoso disfacimento del corpo e rappresenta anche una scelta razionale e personale, in quanto si può preventivamente decidere la destinazione finale del proprio corpo.

Quali modalità sono valide a livello legale per poter scegliere in vita la cremazione?

Un’opzione è il testamento con atto notarile. Si deve redigere un testamento olografo che deve contenere la volontà del testatore, espressa liberamente (senza rispettare particolari schemi o formule), di essere cremato. Il documento scritto deve essere firmato e avere data certa; deve poi essere consegnato a un notaio, a un parente o a una persona amica. Per essere valido, il testamento deve essere pubblicato da un notaio, a decesso avvenuto. Un’altra possibilità è iscriversi a un’Associazione di Cremazione (SO.CREM); l’iscrizione costituisce, per la legge, la prova della volontà di cremazione. In questo caso non serve l’intervento di un notaio e neppure la presentazione di un’istanza al Comune da parte dei familiari.

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